Diritto penale20 Maggio 2025

Lo Stalking Condominiale

Quando i Conflitti tra Vicini Diventano Reato
Il fenomeno dello stalking non è limitato solo all'ambito delle relazioni affettive, ma può manifestarsi anche nei rapporti di vicinato, dando luogo al cosiddetto "stalking condominiale"
Lo Stalking Condominiale
Quando i Conflitti tra Vicini Diventano Reato

Il fenomeno dello stalking non è limitato solo all’ambito delle relazioni affettive, ma può manifestarsi anche nei rapporti di vicinato, dando luogo al cosiddetto “stalking condominiale”. Una recente sentenza del Tribunale di Frosinone (sent. n. 735/2024) ha affrontato questo tema, fornendo importanti chiarimenti sulla configurabilità del reato in ambito condominiale.

Definizione e Caratteristiche

Come evidenziato dal TAR Marche nella sentenza n. 430/2024, lo stalking condominiale si configura come “un insieme di atti ripetuti volti ad arrecare volontariamente a uno o più condomini un disturbo intollerabile per un periodo prolungato di tempo, tale da condizionarne la vita quotidiana”. Non è necessariamente legato a comportamenti anomali nella gestione di rapporti affettivi, ma si manifesta attraverso il turbamento della tranquillità domestica.

Le Condotte Tipiche

Le condotte che possono integrare il reato di stalking condominiale sono molteplici e possono includere:

  1. Dissidi e conflitti verbali;
  2. Rumori molesti notturni;
  3. Gocciolamenti di acqua dal balcone;
  4. Getto di acqua sporca;
  5. Lancio di cicche di sigarette;
  6. Sottrazione della posta dalla cassetta delle lettere;
  7. Minacce.
Gli Elementi Costitutivi del Reato

Secondo la Cassazione penale (sent. n. 11756/2025), per la configurazione del reato di atti persecutori sono sufficienti anche due sole condotte di minaccia o molestia, purché inserite in una sequenza causale unitaria orientata alla produzione di uno degli eventi tipici previsti dall’art. 612-bis del codice penale:

  1. Un perdurante e grave stato di ansia o paura;
  2. Un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto;
  3. L’alterazione delle proprie abitudini di vita.
Il Caso del Tribunale di Frosinone

Nel caso esaminato dal Tribunale di Frosinone, l’imputata aveva posto in essere una serie di condotte persecutorie nei confronti della vicina di casa, consistenti in continue molestie quotidiane, getto di acqua sporca sul bucato e sulle persone, rumori molesti che impedivano il riposo e minacce esplicite.
Queste condotte hanno costretto la vittima prima a trasferire l’anziana nonna in una casa di riposo e successivamente ad abbandonare l’appartamento, configurando così l’evento tipico dell’alterazione delle abitudini di vita.

Differenza con le Molestie Semplici

Come chiarito dalla Cassazione (sent. n. 42637/2024), il criterio distintivo tra il delitto di atti persecutori e la contravvenzione di molestie risiede nelle conseguenze della condotta sulla vittima. Mentre per le molestie è sufficiente che le condotte si limitino a infastidire il soggetto passivo, lo stalking richiede l’idoneità a cagionare uno degli eventi tipici previsti dalla norma.

La Prova del Reato

Per quanto riguarda l’aspetto probatorio, la Cassazione (sent. n. 42636/2024) ha stabilito che le dichiarazioni della persona offesa, pur rivestendo un rilievo preminente, devono necessariamente correlarsi alla natura obiettiva delle condotte persecutorie. Il giudice deve verificare puntualmente la sussistenza del nesso causale tra le condotte e almeno uno degli eventi tipici.

Conclusioni

Lo stalking condominiale rappresenta una forma particolarmente insidiosa di atti persecutori, che può compromettere gravemente la qualità della vita delle vittime nel proprio ambiente domestico. La giurisprudenza ha chiarito come anche i conflitti tra vicini, quando superano determinati limiti di intensità e sistematicità, possano integrare il reato di atti persecutori, fornendo così una tutela penale alle vittime di queste condotte.

Avv. Andrea F. Scaccabarozzi – Studio Legale AFS 

 

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