A chi rivolgersi in caso di malasanità: guida completa per ottenere giustizia e risarcimento
Nel panorama sanitario italiano, i casi di malasanità rappresentano una problematica complessa che richiede un approccio metodico e specializzato. Quando si sospetta di essere stati vittima di un errore medico che abbia causato un danno alla salute o addirittura la morte di una persona, è fondamentale sapere come muoversi correttamente per tutelare i propri diritti e ottenere il giusto risarcimento.
Il primo passo: rivolgersi a professionisti specializzati
Il primo e più importante consiglio è quello di rivolgersi sempre ad una società, associazione o ad un avvocato specializzato in materia di responsabilità medica. La specializzazione in questo settore è cruciale, poiché la responsabilità sanitaria presenta peculiarità normative e procedurali che richiedono competenze specifiche.
La Legge Gelli-Bianco (art. 7 della Legge n. 24/2017) ha infatti ridefinito il quadro normativo della responsabilità medica, stabilendo che la struttura sanitaria risponde contrattualmente ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile per le condotte dolose o colpose degli esercenti la professione sanitaria, mentre il medico risponde del proprio operato ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, salvo che abbia agito nell’adempimento di obbligazione contrattuale assunta con il paziente.
Fase cruciale: la valutazione medico-legale
Il primo passaggio tecnico da affrontare è sempre quello della valutazione medico-legale. Questa fase è di fondamentale importanza per capire se ci troviamo effettivamente di fronte ad un caso di malasanità e se sussiste il diritto ad un risarcimento del danno.
Raccolta della documentazione medica
Il paziente dovrà recuperare tutta la documentazione medica completa, che comprende:
- Cartelle cliniche
- Referti medici
- Esami per immagini (TAC, RX, RM)
- Prescrizioni farmacologiche
- Verbali operatori
- Consensi informati
La normativa sulla trasparenza dei dati (art. 4 della Legge n. 24/2017) stabilisce che la direzione sanitaria della struttura pubblica o privata deve fornire la documentazione sanitaria disponibile entro sette giorni dalla richiesta, preferibilmente in formato elettronico, con eventuali integrazioni entro il termine massimo di trenta giorni.
Consulenza specialistica
La documentazione raccolta deve essere sottoposta al vaglio di:
- Un medico legale qualificato;
- Uno o più specialisti del settore specifico (ginecologo, oncologo, chirurgo, etc.);
Questa valutazione permetterà di accertare se sussistono i presupposti per un’azione legale, ovvero: - L’esistenza di un errore medico;
- Il nesso di causalità tra l’errore e il danno;
- La quantificazione del danno subito.
Le opzioni legali: civile versus penale
Una volta acquisita la valutazione medico-legale che confermi un caso di malasanità, l’avvocato specializzato potrà optare per due diverse strategie legali.
L’azione civile: la strada preferibile
Ll’azione civile rappresenta generalmente la soluzione preferibile. In ambito civile vige infatti il principio del “più probabile che non”, come confermato dalla giurisprudenza consolidata. La Cassazione civile (ordinanza n. 256/2025) ha ribadito che “il paziente che agisce per il risarcimento del danno ha l’onere di provare il nesso causale tra la condotta del sanitario e l’evento dannoso secondo il criterio del ‘più probabile che non'”.
Questo significa che sarà sufficiente dimostrare che l’errore o l’omissione del medico ha causato l’evento secondo un criterio statistico superiore al 50%, secondo il principio della preponderanza dell’evidenza.
L’azione penale: maggiori difficoltà probatorie
L’azione penale, pur possibile, presenta maggiori difficoltà. Come evidenziato nella sentenza Franzese (Cass. Pen. S.U. 30328/2002), per dimostrare la colpa medica in sede penale è necessario provare, oltre ogni ragionevole dubbio, un nesso di causa tra l’errore del sanitario e l’evento danno.
La riforma della responsabilità penale (art. 6 della Legge n. 24/2017) ha inoltre introdotto l’art. 590-sexies del codice penale, che esclude la punibilità per imperizia quando sono rispettate le linee guida o le buone pratiche clinico-assistenziali, rendendo ancora più complesso l’accertamento della responsabilità penale.
Il riparto dell’onere probatorio
Un aspetto fondamentale della responsabilità medica riguarda la distribuzione dell’onere della prova. La giurisprudenza ha chiarito che:
Oneri del paziente
Il paziente deve provare:
- L’esistenza del contratto o del contatto sociale
- L’aggravamento della situazione patologica o l’insorgenza di nuove patologie
- Il nesso causale tra la condotta del sanitario e il danno
Come precisato dal Tribunale di Napoli (sentenza n. 3620/2023), “l’onere di allegazione dei profili di colpa medica gravante sull’attore non si estende alla necessità di indicare specifici aspetti tecnici conoscibili solo agli esperti del settore”.
Oneri della struttura sanitaria
Spetta invece alla struttura sanitaria dimostrare:
- L’assenza di colpa
- Che gli esiti peggiorativi sono stati determinati da un evento imprevisto e imprevedibile
- L’assenza di nesso causale tra la propria condotta e il danno
Il procedimento per il risarcimento: le due fasi
Fase stragiudiziale
La richiesta di risarcimento si sviluppa inizialmente in una fase bonaria o stragiudiziale, che si sostanzia in una trattativa con la struttura ospedaliera. Questa fase può portare alla formulazione di un’offerta risarcitoria senza necessità di ricorrere al tribunale.
Fase processuale
La fase processuale si articola su due livelli:
1. Tentativo obbligatorio di conciliazione
La Legge Gelli-Bianco (art. 8) ha introdotto l’obbligo di tentativo di conciliazione prima di poter procedere con l’azione civile. Chi intende esercitare un’azione di risarcimento deve preliminarmente proporre:
- Ricorso ex art. 696-bis del codice di procedura civile (accertamento tecnico preventivo)
- In alternativa, procedimento di mediazione
L’accertamento tecnico preventivo prevede la nomina di consulenti tecnici specializzati secondo quanto stabilito dall’art. 15 della Legge n. 24/2017, che devono essere un medico specializzato in medicina legale e uno o più specialisti nella disciplina specifica.
2. Causa di merito
In caso di mancato accordo al termine dell’accertamento tecnico preventivo, si procede con l’introduzione di una vera e propria causa di merito, che si svolge con le forme del rito semplificato di cognizione.
Aspetti assicurativi e garanzie
La normativa attuale prevede specifici obblighi assicurativi. L’art. 10 della Legge n. 24/2017 stabilisce che:
- Le strutture sanitarie devono essere provviste di copertura assicurativa;
- Gli esercenti la professione sanitaria devono stipulare polizze assicurative per colpa grave;
- È prevista l’azione diretta del danneggiato contro l’assicurazione;
Inoltre, è stato istituito un Fondo di garanzia che interviene in casi specifici, come quando il danno eccede i massimali assicurativi o quando la struttura risulta sprovvista di copertura.
Criteri di liquidazione del danno
Il danno conseguente all’attività sanitaria viene risarcito sulla base delle tabelle previste dal Codice delle assicurazioni private, come stabilito dall’art. 7 della Legge Gelli-Bianco. Questo sistema garantisce uniformità nella quantificazione dei risarcimenti su tutto il territorio nazionale.
Tempistiche e prescrizione
È importante agire tempestivamente, considerando che:
- Il termine di prescrizione per l’azione di responsabilità contrattuale è di 10 anni;
- Per l’azione extracontrattuale è di 5 anni;
- L’accertamento tecnico preventivo deve concludersi entro 6 mesi e in caso di mancato accordo, si hanno 90 giorni per depositare il ricorso di merito.
Consigli pratici per i pazienti
Documentazione
- Conservare sempre tutta la documentazione medica;
- Richiedere tempestivamente le cartelle cliniche;
- Non firmare liberatorie senza consulenza legale.
Scelta del professionista
- Rivolgersi esclusivamente ad avvocati specializzati in responsabilità medica;
- Verificare l’esperienza specifica nel settore;
- Diffidare di chi promette risultati certi senza valutazione preliminare.
Valutazione del caso
- Non sottovalutare eventi apparentemente minori;
- Considerare anche i danni non immediatamente evidenti;
- Valutare l’impatto sulla qualità della vita.
Statistiche di successo e considerazioni finali
La malasanità rappresenta una problematica seria che richiede un approccio professionale e metodico. La normativa attuale, pur complessa, offre strumenti efficaci per la tutela dei diritti dei pazienti, purché si seguano le procedure corrette e ci si affidi a professionisti qualificati.
L’evoluzione normativa degli ultimi anni, culminata con la Legge Gelli-Bianco, ha cercato di bilanciare le esigenze di tutela dei pazienti con quelle di certezza del diritto per i professionisti sanitari, introducendo procedure specifiche che, se correttamente seguite, possono portare a risultati soddisfacenti per le vittime di errori medici.
La chiave del successo risiede nella tempestività dell’azione, nella completezza della documentazione raccolta, nella qualità della valutazione medico-legale e nella competenza specifica del team legale scelto per affrontare il caso.
Melasanità vanta chiusure di contenziosi di malasanità con le aziende ospedaliere del 40% in fase stragiudiziale e del 60% nella fase processuale, con una percentuale di cause vinte superiore al 95%.