Malasanità13 Luglio 2025

Caso di Necrosi Testicolare da Ritardo Diagnostico

Caso di Necrosi Testicolare da Ritardo Diagnostico. Il caso ha coinvolto un giovane diciassettenne che si è dovuto sottoporre a orchiectomia per necrosi testicolare

Caso di Necrosi Testicolare da Ritardo Diagnostico  

Il caso ha coinvolto un giovane diciassettenne che si è dovuto sottoporre a orchiectomia per necrosi testicolare conseguente a torsione del funicolo spermatico non tempestivamente diagnosticata e trattata che ha portato ad un risarcimento del danno di 28.000,00 euro.

La vicenda consente di approfondire il complesso tema della responsabilità sanitaria nelle urgenze urologiche pediatriche e adolescenziali, ed evidenzia l’importanza cruciale dell’aderenza alle linee guida internazionali e della tempestività nell’approccio diagnostico-terapeutico.

Il Caso: la Torsione Testicolare nell’Adolescente

Il caso di C.C. presenta caratteristiche paradigmatiche delle problematiche connesse alla gestione delle urgenze urologiche in età giovanile. L’adolescente si presentava l’11 aprile 2024 al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Desio lamentando la comparsa improvvisa di dolore localizzato all’emiscroto destro, insorto circa mezz’ora prima dell’accesso ospedaliero.

La vicenda clinica si caratterizzava per una serie di decisioni terapeutiche che, come evidenziato dalla consulenza medico-legale dei dottori G. P. e M. L., si ponevano in difformità rispetto alle linee guida della Società Europea di Urologia (EAU) del 2023 per l’età pediatrica. Nonostante il corretto sospetto iniziale di torsione del funicolo e la manovra di derotazione eseguita dal medico di guardia, l’iter diagnostico-terapeutico successivo presentava gravi lacune che avrebbero determinato l’irreversibile compromissione dell’organo.

La Natura Contrattuale della Responsabilità Medica nelle Urgenze Urologiche

La responsabilità sanitaria nelle urgenze urologiche si inquadra nel consolidato orientamento giurisprudenziale che qualifica come contrattuale la responsabilità sia della struttura sanitaria che del medico operante. (art. 7 della legge n. 24 del 2017). La struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che, nell’adempimento della propria obbligazione, si avvalga dell’opera di esercenti la professione sanitaria, anche se scelti dal paziente e ancorché non dipendenti della struttura stessa, risponde, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose.

Tale impostazione, confermata dalla giurisprudenza più recente, comporta significative conseguenze sul piano processuale e sostanziale. La Corte d’Appello di Lecce con sentenza n. 328 del 22 aprile 2025 ha ribadito che “la diligenza richiesta agli operatori sanitari deve essere valutata secondo il criterio della diligenza qualificata di cui all’art. 1176, comma 2, c.c., che impone l’obbligo di effettuare tutti gli esami necessari e di non omettere alcun accertamento diagnostico con la dovuta tempestività”, precisando che “tale obbligo assume particolare pregnanza nei confronti di soggetti particolarmente fragili, quali i minori di età”.

Onere della Prova nella Torsione Testicolare

La giurisprudenza di legittimità ha elaborato criteri sempre più stringenti per l’accertamento della responsabilità delle strutture sanitarie. Il paziente che intende ottenere il risarcimento per i danni subiti deve dimostrare esclusivamente il nesso causale tra la condotta del sanitario ed il danno subito, secondo il criterio della preponderanza dell’evidenza del “più probabile che non”, mentre grava sulla struttura sanitaria l’onere di dimostrare la correttezza della prestazione eseguita in conformità alle leges artis ovvero che l’inadempimento sia dovuto a cause non imputabili.

Nel caso specifico della torsione testicolare: “costituisce condotta antidoverosa il ritardo diagnostico nella torsione testicolare quando, in presenza di dolore acuto scrotale di etiologia incerta in età prepuberale, non si proceda tempestivamente all’esplorazione chirurgica, atteso che la regola medica impone sempre e comunque tale intervento esplorativo dal momento che l’atrofia testicolare è direttamente proporzionale alla durata dei sintomi”. (Tribunale civile Barcellona Pozzo di Gotto sentenza n. 970 del 21 ottobre 2024)

Le Linee Guida EAU e gli Standard di Cura

Un aspetto centrale nella valutazione della responsabilità sanitaria per torsione testicolare è rappresentato dall’aderenza alle linee guida internazionali. Nel caso di C.C., la consulenza medico-legale ha evidenziato la difformità della condotta sanitaria rispetto alle linee guida della Società Europea di Urologia (EAU) del 2023 per l’età pediatrica, che prescrivono l’esplorazione chirurgica immediata dopo la derotazione manuale.

L’art. 5 della legge n. 24 del 2017 stabilisce che “gli esercenti le professioni sanitarie, nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale, si attengono, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate ai sensi del comma 3 ed elaborate da enti e istituzioni pubblici e privati nonché dalle società scientifiche”.

I Criteri di Accertamento del Nesso Causale nella Necrosi Testicolare

L’accertamento del nesso causale nella torsione testicolare si basa su criteri ormai consolidati nella giurisprudenza di legittimità. L’accertamento della responsabilità deve essere effettuato sulla base di tre criteri fondamentali: temporale, topografico e clinico (Corte d’Appello di Lecce).

Nel caso specifico della torsione testicolare, il criterio temporale assume particolare rilevanza. Come evidenziato dalla consulenza nel caso di C.C., il ritardo diagnostico non ha permesso né di effettuare una manovra di derotazione manuale né una derotazione chirurgica che avrebbe permesso, se effettuate nell’intervallo di tempo di circa sei ore dal momento dell’insorgenza, di permettere la rivascolarizzazione del testicolo e il suo salvataggio.

La letteratura scientifica conferma che la finestra temporale per il salvataggio del testicolo è estremamente ristretta. Oltre le sei ore dall’esordio sintomatologico, le possibilità di recupero funzionale dell’organo si riducono drasticamente, rendendo inevitabile l’orchiectomia per necrosi irreversibile.

La Documentazione Sanitaria: Elemento Probatorio Cruciale

Il caso di C.C. evidenzia l’importanza fondamentale della documentazione sanitaria nell’accertamento della responsabilità per urgenze urologiche. La carenza di documentazione circa le precauzioni adottate e le valutazioni cliniche effettuate ha impedito alla struttura sanitaria di assolvere l’onere probatorio liberatorio.

L’art. 4 della legge n. 24 del 2017 ha rafforzato gli obblighi di trasparenza e documentazione, stabilendo che “la direzione sanitaria della struttura pubblica o privata, entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli interessati aventi diritto, fornisce la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, preferibilmente in formato elettronico”.

Nel caso specifico, è emerso che nonostante il riscontro di un emiscroto destro duro e tumefatto e la scomparsa del piano di separazione che delimita il testicolo dall’epididimo, lo specialista urologo si limitò a prescrivere un analgesico a domicilio e la ripetizione ‘a breve’ dell’ecografia, senza dare delle tempistiche e senza fornire altre indicazioni.

Le Tipologie di Necrosi Testicolare

La necrosi testicolare rappresenta l’esito più temuto della torsione del funicolo spermatico, con conseguenze devastanti sulla funzione riproduttiva e sulla qualità di vita del paziente. La classificazione più comunemente utilizzata distingue diversi gradi di compromissione vascolare, dalla semplice congestione venosa fino alla necrosi emorragica completa.

Nel caso di C.C., l’intervento chirurgico effettuato presso l’Ospedale di Gravedona ha evidenziato un testicolo “ormai irreparabilmente compromesso per effetto dell’ischemia”, rendendo necessaria l’orchiectomia. L’esame istologico ha confermato la necrosi emorragica completa dell’organo, conseguenza diretta del ritardo diagnostico-terapeutico.

La giurisprudenza afferma come il danno biologico da atrofia testicolare non si limita alla perdita dell’organo, ma comprende le ripercussioni sulla fertilità e la formazione di anticorpi antispermatozoi, nonché le alterazioni psicologiche negative con quadro ansioso-depressivo (sentenza del Tribunale di Paola n. 204 del 24 febbraio 2025).

La Quantificazione del Danno nella Perdita Testicolare

Il danno da perdita di un testicolo è valutata in termini di danno biologico nella forbice dal 5-8%.

Nel caso del sig. C.C., la consulenza medico-legale di parte ha quantificato il danno biologico permanente nella misura dell’11%, considerando la perdita anatomica del testicolo in un soggetto di diciassette anni. Tale valutazione tiene conto non solo della perdita dell’organo in sé, ma anche delle implicazioni sulla funzione riproduttiva e sulle conseguenze psicologiche in un soggetto in età adolescenziale.

Un aspetto spesso sottovalutato nella quantificazione del danno da orchiectomia è rappresentato dalle conseguenze psicologiche, particolarmente rilevanti in soggetti giovani. La perdita di un testicolo in età adolescenziale comporta non solo implicazioni fisiche ma anche significative ripercussioni sulla sfera psico-sessuale e sull’autostima.

La consulenza nel caso di specie ha giustificato un periodo di inabilità temporanea assoluta di giorni 2, seguito da ulteriori 45 giorni in forma parziale equamente suddivisi al 75%, 50% e 25%, riconoscendo la necessità di un periodo di recupero non solo fisico ma anche psicologico.

La struttura ospedaliera ha risarcito l’importo di euro 28.000,00=.

L’Importanza della Formazione Specialistica

Un elemento cruciale emerso dall’analisi del caso analizzato è la necessità di una formazione specialistica adeguata del personale sanitario operante nei pronto soccorso, particolarmente per quanto riguarda le urgenze urologiche pediatriche e adolescenziali. La torsione testicolare rappresenta infatti una delle emergenze più tempo-dipendenti in ambito urologico, richiedendo competenze specifiche per il riconoscimento precoce e la gestione appropriata.

La letteratura scientifica internazionale sottolinea l’importanza di protocolli diagnostici standardizzati che prevedano l’immediata consulenza urologica in presenza di dolore scrotale acuto in età giovanile, indipendentemente dalla presenza di altri sintomi concomitanti. L’implementazione di tali protocolli potrebbe significativamente ridurre l’incidenza di ritardi diagnostici e, conseguentemente, di orchiectomie evitabili.

Considerazioni Conclusive

Il caso di di C.C. rappresenta un esempio paradigmatico delle problematiche connesse alla gestione delle urgenze urologiche, confermando principi giurisprudenziali ormai consolidati ma evidenziando l’importanza cruciale dell’aderenza alle linee guida internazionali e della tempestività nell’approccio diagnostico-terapeutico. La responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e del medico, fondata sul “contatto sociale”, comporta oneri probatori stringenti che richiedono non solo l’adozione di protocolli adeguati, ma anche la loro puntuale applicazione e documentazione.

La prevenzione delle complicanze nelle urgenze urologiche rimane, pertanto, una priorità assoluta per tutte le strutture sanitarie, richiedendo un impegno costante nell’aggiornamento dei protocolli, nella formazione del personale e nella documentazione delle procedure adottate. Solo attraverso un approccio sistemico e multidisciplinare sarà possibile ridurre ulteriormente l’incidenza di eventi avversi evitabili e garantire ai pazienti, particolarmente a quelli in età pediatrica e adolescenziale, il più elevato standard di sicurezza e qualità delle cure.

Il caso di C.C., con la sua drammatica conclusione in orchiectomia per necrosi testicolare, rappresenta un monito per tutti gli operatori sanitari sull’importanza della tempestività diagnostica nelle urgenze urologiche e sulla necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga sin dalle prime fasi specialisti urologi esperti nella gestione di tali patologie tempo-dipendenti.

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Avv. Andrea F. Scaccabarozzi

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